Scrittore, saggista, poeta, giornalista e regista, Melo Freni è stato protagonista – ed è oggi uno degli ultimi testimoni – della gloriosa stagione che la letteratura italiana ha vissuto nel secondo dopoguerra del XX secolo. Superati i novant’anni, in una lunga intervista, l’autore de «Il senso delle cose», «Le calde stagioni» e «La valle della luna» confessa il proprio smarrimento di fronte alla decadenza della società e all’attuale sfaldamento dell’etica. E denuncia l’assenteismo come fuga dalle responsabilità, la mancanza di agganci con la sostanzialità filosofica della vita e del mondo, l’arrembaggio al vascello della morale.
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